La colonizzazione walser si sviluppa nel Vallese del XII-XIII secolo. Alla testata della valle del Rodano (Goms: “conca”) si è stanziata da secoli una colonia di origini alemanne, penetrata dal nord-Europa nel primo millennio. La permanenza nel Goms favorisce la capacità di questo gruppo di pastori-montanari di mettere a punto tecniche di coltivazione e sopravvivenza in alta montagna. Si tratta del primo importante stanziamento umano permanente in alta quota della storia del Medioevo europeo. Anche le condizioni politiche del Vallese del tempo favoriscono lo sviluppo degli insediamenti colonici. Qui lo Stato del Vescovo-principe di Sion conosce, attraverso l’opera feconda di feudatari laici di origini lombarde, iniziative pionieristiche di colonizzazione in alta quota e di integrazione di territori alpestri sugli opposti spartiacque alpini: nel Vallese, da una parte, e nelle valli Meridionali (Monte Rosa e Ossola) dall’altra. Vengono incentivate imprese di colonizzazione sempre più ardite, delle quali i coloni alemanni del Goms (poi ribattezzati Walser) sono protagonisti tenaci e instancabili.

La Valle Formazza era, tra XII e XIII secolo, feudo della famiglia ossolana dei Rodis Baceno, che nel 1210 ottenne dall’imperatore la conferma di un piccolo feudo nell’alta valle della Toce (Formazza, Salecchio, Valle di Baceno). La colonizzazione walser di Formazza – avvenuta negli anni intorno (probabilmente antecedenti) il 1210 rappresenta la più antica fondazione colonica operata dai Walser. Da Formazza si irradieranno successive ondate migratorie che spingeranno i Walser a oriente, e nuovamente a settentrione, del massiccio alpino, dando vita alla vasta colonizzazione retica (Bosco Gurin, il Rheinwald nei Grigioni con le colonie dipendenti, nonché le più antiche attestazioni walser del Vorarlberg, a Damüls).